Omaggio a Jerome K. Jerome, scrittore inglese (1859-1927) autore di 'Tre uomini in barca' e 'Tre uomini a zonzo'.

 

1.   Il lavoro mi piace, mi affascina. Potrei starmene seduto per ore a guardarlo. (da "Three Men in a Boat", 1889)

2.   Un banchiere e' uno che vi presta l'ombrello quando c'e' il sole e lo rivuole indietro appena incomincia a piovere. (attribuita anche a Mark Twain e a Robert Lee Frost)

3.   "Non esiste la felicita' perfetta !" disse l'uomo quando mori' la suocera e gli presentarono la nota-spese dei funerali.

4.   I gatti sono animali verso cui ho il massimo rispetto. I gatti e i non conformisti mi sembrano davvero i soli esseri in questo mondo che abbiano una coscienza pratica e attiva.

5.   L'unica malattia che potei concludere di non avere era il ginocchio della lavandaia.

6.   L'amore e' come il morbillo: dobbiamo passarci tutti.

7.   Se una donna desidera un diadema di diamanti, vi spieghera' che e' per evitarvi di comperarle un cappello.

8.   E' impossibile godere appieno dell'ozio se non si ha un sacco di lavoro da fare.

9.   La presunzione e' la miglior corazza che un uomo possa portare.

10.                     E' una strana cosa il letto, questa imitazione di tomba, ove adagiamo le membra stanche, e sprofondiamo quietamente nel silenzio e nel riposo.

11.                     E' sempre la miglior cosa dire la verita', a meno che ovviamente tu non sia un bugiardo particolarmente bravo.

12.                     Conobbi un uomo che all'ora della sveglia balzava subito dal letto e faceva un bagno freddo. Ma questo eroismo non serviva a nulla perche', dopo il bagno, doveva saltare di nuovo dentro al letto per scaldarsi.

13.                     Tittums e' il nostro gatto, ed ha le dimensioni di un rotolo di soldini. Inarcava la schiena e bestemmiava come uno studente in medicina.

14.                     Noi siamo gli infelici schiavi del nostro stomaco.

15.                     I gatti sono animali verso cui ho il massimo rispetto. I gatti e i non conformisti mi sembrano davvero i soli esseri in questo mondo che abbiano una coscienza pratica e attiva.

16.                     I pensieri oziosi di un ozioso. Be', questo è un argomento sul quale mi vanto di essere veramente "au fait". Il gentiluomo che, quand'ero un giovincello, mi tuffava nella fonte della saggezza per nove ghinee al bimestre... extra esclusi... era solito dire che non aveva mai visto un ragazzo compiere meno lavoro in più tempo; e ricordo che la mia povera nonna, una volta, durante un'istruzione sull'uso del libro di preghiere, ebbe a osservare che era altamente improbabile ch'io facessi quanto mi toccava di fare, però lei era convinta, al di là di ogni dubbio, ch'io avrei tralasciato di fare anche la maggior parte di ciò che avrei dovuto fare.

17.                     Tre uomini in barca. Eravamo in quattro - George, William Samuel Harris, io e Montmorency. Eravamo seduti nella mia stanza, fumando e parlando di come eravamo messi male - intendo messi male da un punto di vista medico, ovviamente. Ci sentivamo tutti giù di morale, e la cosa ci preoccupava molto. Harris disse che a volte veniva sopraffatto da attacchi di vertigine così forti da non sapere più cosa stava facendo; e allora George disse che anch'egli soffriva di attacchi di vertigine da non sapere più cosa stava facendo. Per quanto mi riguardava, era il mio fegato ad essere in disordine. L'avevo saputo leggendo le indicazioni di una confezione di pillole per il fegato, in cui erano descritti i diversi sintomi dai quali si più capire di avere il fegato in disordine. Io li avevo tutti.

18.                     Tre uomini a zonzo. "Quel che ci occorre" disse Harris "è un diversivo". In quel momento l'uscio si aprì e la moglie di Harris cacciò dentro la testa per dire che Ethelbertha l'incaricava di rammentarmi che non dovevamo fare troppo tardi, a causa di Clarence. Io sono propenso a credere che Ethelbertha, per quanto riguarda i bambini, esageri. Clarence non aveva niente di grave. Quella mattina , era uscito con sua zia, e quando Clarence va a spasso con la zia, basta che guardi con occhio avido la vetrina di una pasticceria, perché quella benedetta donna lo faccia entrare nel negozio e gli comperi paste con la crema o con la panna montata, finché egli stesso non dice che ne ha abbastanza e non rifiuta con garbata risolutezza di mangiarne ancora.

19.                     L'ambizione non è che una semplice vanità passata di grado.