I PROMESSI SPORCI

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In quel ramo del lago di Como

c'è un freddo che gela ogni uomo:

tra promontori, boscaglie e torrenti

ti treman le palle e ti sbattono i denti,

addirittura nel borgo di Lecco

la Sammontana ci fa il Maxistecco.

Un freddo mattino, Abbondio il curato,

camminava pianino perché anchilosato,

si procacciava il suo poco salario

con un monte di seghe e poco breviario;

ma nonostante cappello, sciarpa e guanti

rimase diacciato con i Bravi davanti.

 

 

E il Bravo : "Fermati, che a culo hai la faccia,

apri le orecchie a questa minaccia!

C'è Don Rodrigo il nostro signore

che ha voglia di sesso ogni due ore

ed ha deciso che vuole un pompino

dalla ragazza di Tramaglino...

quindi pretaccio... non al matrimonio

senno' scateniamo un pandemonio !"

Abbondio rispose con poche parole :

"Dite a Rodrigo che faro' quel che vuole ".

Il curato entro in casa e scanso' le vivande

perché piene di merda avea le mutande,

racconto' alla serva ubbidiente

la cattiveria di quel prepotente ;

fu la Perpetua a dir : "Che crudele !"

mentre solerte gli puliva le mele.

 

 

Il prete l'indomani parlando latino

prendeva in giro il poero Tramaglino,

che irato sbotto' : "Ti infilo nel frigo !"

Abbondio s'arrese : "Lo vuole Rodrigo !

Non lo posso fare il matrimonio...

senno' e mi mettano in pinzimonio !"

Renzo usci' furente sbattendo la porta

e andò al negozio a disdire la torta ;

poi racconto' tutto alla demente Lucia

che consiglio' tutti di pregare Maria.

Le speranze non eran che rimasugli...

poteva qualcosa Azzeccagarbugli ?

Ma questi disse a Renzo : "Io... un vo' beghe !

Dai retta figliolo, fatti tre seghe".

 

 

Ma la coppia promessa non s'era arresa

ed architettò delle nozze a sorpresa,

un'azione di forza per gente decisa :

niente rinfresco, prima notte ad Incisa.

Entrarono in chiesa e nel buio assoluto

volaron pestoni, gambette ed uno sputo ;

atterrito Abbondio cerco' di scappare

e Renzo si scaglio' dritto sull'altare,

sbaglio' pero' presa e agguanto' Gesù Cristo,

il prete fuggendo: "Un ti sposo... hai visto !"

Successe un putiferio in tutto il paese

e fu la Lucia a farne le spese :

spalla lussata, versamento a un ginocchio

ed un disgustoso catarro in un occhio.

Si recarono quindi dal Padre Cappuccino

che organizzo' la fuga evitando casino:

si mimetizzarono come camaleonti

e con varie bestemmie salutarono i monti.

Che notte per Renzo : ne' fica ne' ano ,

Lucia partì per Monza e lui per Milano.

 

 

 

La sposa promessa tra il freddo ed il vento

giunse stremata fino ad un convento,

dove comandava una tale Gertrude,

la porcona-monaca con vulva che prude

che godeva a Monza, il Manzoni accenna,

facendosela scicanare da Prost e da Senna.

 

 

Appena Rodrigo udì dell'accaduto

mollo' una cureggia e tiro' un grosso sputo,

urlo' agli scagnozzi : "Voglio Lucia !

Cercatemela e portatemela, ovunque sia !"

 

Nel frattempo a Milano giungeva lo sposo

poco contento e abbastanza furioso,

ragionava tra se' : "Ma mondo stoppino...

non trombo Lucia e qui fo' il cretino !".

Ma giunta era l'ora di far colazione

ed agognando Renzo un bel bombolone

si reco' presso il Forno alle Grucce....

Borda!

Briosce per aria come cartucce :

peggio della guerra di' quindici-diciotto

volavan panini, schiacciate e un biscotto ;

la gente mirava davvero a far male :

sette contusi per un filone integrale.

Dopo un paio d'ore arrivarono i celerini

che sedarono il tutto tirando crostini.

Renzo si rifugio' in un'osteria

e si sbronzo' alla facciaccia di Lucia.

 

 

Avrete gia' inteso che allora a Milano

c'era la crisi della farina e del grano

ma il poero Renzo sapeva un'accidenti

che li' scarseggiavano questi frumenti.

Passeggiava pe' i' centro con un sacco gigante

quando fu controllato da una volante,

fu perquisito e di poi arrestato :

detenzione e spaccio di cantucci di Prato.

Ma non finisce qui l'avvincente romanzo,

Renzo scappò verso l'ora di pranzo :

"Quasi quasi vo' a Bergamo, si' la città l'è brutta,

speriamo almeno un' si tirin la frutta !

Proprio di mele c'ho dietro du' torte...

se mi piglian stavolta c'e' la pena di morte !"

Don Rodrigo in tachicardia

senza il pompino della Lucia,

esclamò : "Perché non c'ho' pensato ?

Basta che avverta l'Innominato !".

Parti' al galoppo, valicava ogni valle

una mano alle briglie ed una alle palle

e appena il cavallo casco' sulla ghiaia

apparve il cartello "Villa Calcinaia".

Rodrigo all'Innominato : "Mio amicone,

con speranza ti chiedo 'sta commissione .

Rapiscimi Lucia, tranquillo e con calma

se non la trovo mi verrà il cardiopalma !"

L'Innominato con cinque teppisti

entro' nel convento senza esser visti :

da tutte le suore Lucia era appartata

il Grifo la vide e le diede una bastonata,

la colpi' con forza, un po' sotto il collo,

lei si squagliò come il pane in ammollo.

Per più di sei giorni la poera Lucia

rimase sdraiata per l'anestesia ;

la poveretta piangeva, piangeva e pregava :

"Madonna... fo' un voto... nessuno mi chiava,

rinuncio ad ogni uomo, niente bambini

da qui finche' non muoio saran ditalini !".

 

 

 

Cosi' lei giuro' sperduta nel Chianti

quando le apparve l'Innominato davanti :

"Poera Lucia, ti vedo un po' pesta,

che hai fatto alla spalla e li sulla testa ?

Davvero mi vergogno e ti chiedo scusa...

non chiamo Rodrigo e ti mando a Ragusa !".

 

 

Ma lei torno' al paesello natale

e nel borgo scoppio' un gran carnevale :

baci ed abbracci, strappi di camicia...

nemmeno in curva quando c'era Derticia,

ma si blocco' di colpo la città

quando seppe del voto di castità.

Lucia grido' : "Che Renzo si metta in pace...

il suo uccello lo piglio solo alla brace !".

Milano intanto senza che si sapesse

fu colpita da una forma di aiddiesse :

i rotoli di carta furon presto esauriti

e la gente si puliva il culo coi diti.

Il contagio avveniva stringendosi le mani

e cosi' fu moria tra i popolani.

Rodrigo fu colpito da una forma violenta

salutando uno zio che cacava polenta :

vane le cure con aspirina e chinino...

e mori' senza ricevere quel beato pompino.

 

Ed ecco proprio che da questo momento

riapparve Renzo dall'isolamento :

da Bergamo a Lecco in un battibaleno,

superando le carrozze nientedimeno,

arrivo' da Lucia che tutta emozionata

gli disse che lui non l'avrebbe trombata.

E Renzo rispose, di rabbia assai empio :

"Lucia te c'hai il VOTO... ed io lo riempio !".

Questo e' il finale : ma quale provvidenza..

i mugolii echeggiarono ben oltre Vicenza.

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Il mio romanzo e' terminato,

ripongo la penna e vo' a bere un Moscato

perché io soprattutto di questo Manzoni,

diciamocelo, mi sono bell'e riempito i coglioni!.

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by Bicchie